Si chiama Basso Monferrato, eppure questa regione di colline calcaree e sabbiose che occupa la parte settentrionale della provincia di Asti, a nord del Tanaro, si eleva fino ai 500 m di quota.

Eventi geologici millenari, di cui restano testimonianze fossili risalenti all’epoca in cui queste lande erano il fondale di un mare continentale poco profondo, hanno inciso e smussato i profili delle colline, scavando vallette tra bricco e bricco. Sulla foresta temperata di latifoglie che originariamente ricopriva queste terre ha poi operato la mano dell’uomo, che pur senza cancellare totalmente il substrato forestale, lo ha modificato in modo significativo.

Il frutto di questa lunga interazione si legge oggi nel paesaggio intensamente agricolo e al contempo selvaggio: basta allontanarsi dai principali fondovalle coltivati e abitati per ritrovarsi in vallette ammantate da fitti boschi, lungo sentieri deserti e privi di punti di riferimento. Nella vegetazione si mescolano con apparente disordine fitte macchie di robinia e campi di mais, le foreste alberate confinano con i vigneti, piccoli ruscelli scorrono in sottoboschi che sembrano non conoscere l’intervento dell’uomo. Quasi incredibile è la presenza, su alcuni colli, degli ulivi, testimoni di microclimi temperati delle età romana e medievale, quando in tutta Europa le condizioni atmosferiche erano più miti di oggi.

A mano a mano che si procede verso nord, salendo verso il crinale che si affaccia sul Po, i versanti si fanno più ripidi e i pendii più selvaggi.

Sono terre dove appare naturale montare a cavallo per spostarsi, dove non stupiscono le tracce di cinghiali nel folto dei boschi e dove, forse, non stupirebbe nemmeno la presenza del lupo, se non sapessimo che in realtà la metropoli torinese, una delle aree più antropizzate dell’Italia settentrionale, dista solamente pochi chilometri. I Borghi di quest’area ricordano i Villages perchés della Provenza. Il termine è traducibile con “villaggi arroccati” o più poeticamente “paesi appesi” ovvero quei borghi che si aggrappano a pendici rocciose quasi verticali e sembrano sul punto di rotolare verso valle. È così anche in Monferrato.

Appesi a colline sulla cui sommità sorge quasi sempre un castello, talvolta imponente altre volte in rovina, a testimoniare i tumultuosi secoli del feudalesimo e dell’epoca rinascimentale. Strade che salgono tra vecchie case, cascine, abitazioni e palazzi signorili. Tutti i paesi monferrini hanno una lunga storia da raccontare, che inizia anche prima della loro nascita, dal momento che queste colline furono abitate da popolazioni celtoliguri in epoca preromana e poi dai romani durante l’impero. Il percorso che consigliamo parte da Cinaglio, il cui nome deriverebbe dal latino cenaculum a indicare un luogo di ristoro situato lungo il cammino. Si arriva poi attraversando dolci colline a Montechiaro d’Asti, sede di una delle più importanti fiere nazionali del Tartufo bianco, per arrivare a Montiglio Monferrato, paese delle meridiane e dal maestoso castello.

A pochi chilometri ad est è già provincia di Alessandria. Imperdibili Murisengo, di origine medievale e poi residenza signorile e Villadeati con la scenografica villa - castello della famiglia Feltrinelli. Anche qui molti gli edifici costruiti con la pietra da cantoni.

IL CONSORZIO

Il Consorzio Operatori Turistici Asti e Monferrato - Sistema Monferrato è un consorzio di operatori turistici con sedi operative e di rappresentanza ad Asti e Alessandria. E' stato riconosciuto dalla Regione Piemonte come "consorzio di rilevanza regionale" ai sensi della LR 14-2016. Il territorio di riferimento è la provincia di Asti e di Alessandria. Il Consorzio per promo-commercializzare il prodotto turistico ha stretto accordi di co-marketing con Enti pubblici e privati di altre aree del Piemonte, della Liguria e della Lombardia.

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