La storia della Pietra da Cantoni inizia circa 20 milioni di anni fa (Miocene inferiore, Burdigaliano) quando il mare ricoprì parte di questa grande isola monferrina. Il clima e il paesaggio dovevano assomigliare a quello degli ambienti di “scogliera” delle fasce sub-tropicali e tropicali attuali. In questo mare si depositò la Pietra da Cantoni “più antica” (20-14 milioni di anni fa).
Le zone costiere dell’isola furono colonizzate da numerosi animali e piante, tra i quali alghe rosse calcaree (rodoliti),molluschi, brachiopodi, coralli, balani, echinidi (ricci di mare, come lo Schizaster ozzanensis), briozoi e foraminiferi bentonici. Nelle arenarie (un tempo sabbie) calcaree e fossilifere di questa Pietra da Cantoni più antica, è stato scavato l’infernot dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni.
Tra 17 e 14 milioni di anni fa, il mare della Pietra da Cantoni si approfondì e i suoi sedimenti diventarono più argilloso-marnosi.
Questi strati, dai quali furono estratti cantoni pregiati per l’edilizia o furono scavati per ricavarne numerosi infernot, testimoniano che il mare della Pietra da Cantoni più recente era ricco di plancton calcareo (foraminiferi) e di pesci, tra i quali squali di varie specie e taglie; di questi ultimi sono stati ritrovati denti anche di grandi dimensioni (es. Carcharodon Megalodon),vertebre e frammenti di fosfati. Tra i minerali caratteristici di queste rocce è da segnalare la glauconia, un’argilla di colore verde, che ancora oggi si forma su fondali marini a profondità comprese tra 50 e 500 m.
Nei “cantoni” si ritrovano anche numerose foglie fossili, trasportate in mare dal vento o dai corsi d’acqua. Questi fossili vegetali indicano che sulle terre emerse mioceniche crescevano piante di vario tipo, tra le quali sequoie, pini, larici, abeti, cipressi, faggi, betulle, castani, querce, platani, eucalipti, gardenie.
L’Ecomuseo della Pietra da Cantoni racconta e valorizza la particolarità e l’unicità della vita e del paesaggio del Monferrato Casalese, promovendo iniziative volte al suo recupero non solo come testimonianza storica e di vita famigliare e sociale, ma anche per rivitalizzare e reinterpretare il ruolo funzionale ed economico rispetto all’attività tipiche di questo territorio.
Questo paesaggio collinare è fortemente connotato rispetto al resto del Monferrato dalla usa geologia: vi affiorano rocce del periodo miocenico, la Pietra da Cantoni, un’arenaria che ha condizionato e ancora oggi influenza il territorio. Intimamente legati alla cultura del vino e all’esistenza delle arenarie, facilmente lavorabili, sono gli Infernot piccoli vani ipogei interamente scavati nella Pietra da Cantoni. Si tratta di un’appendice della cantina, priva di luce ed aerazione naturale, ubicata comunemente sotto le case, i cortili e talvolta le strade delle nostre colline. Sono vere e proprie opere d’arte, capolavori architettonici, nati dalla tradizione e dal sapere contadino, realizzati nei lunghi inverni, non da semplici cavatori ma da scultori Monferrini, veri artisti rimasti anonimi nella quasi totalità dei casi.